El rincon de ANGELES

Bueno a dos meses de haber vuelto a empezar el balance es positivo, la salud mejora muchisimo y a pesar del cansancio normal de una operacion tan grande he logrado partir con todas las fuerzas… mucho trabajo, mucha actividad… digamos que soy de nuevo yo…

Esa la que nunca tiene tiempo para nada pero lo hace…

Estoy contenta del camino emprendido… me felicito por mi eleccion…

Los abrazo!

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Hoy es San Valentin, la fiesta comercial del amor…. Comercial porque el amor es cotidiano, y no lo da solo una pareja, el amor de la pareja es una parte de amor de la vida…. Solo que es necesario mover la economia y hacer que la gente consuma, sin darse cuenta que la fiesta del amor y la de los enamorados debiera ser cada dia.
Es hermoso sentir el amor y personalmente soy muy feliz porque siempre me siento rodeada de amor y esto no es poco, lastima que haya gente que festeja el amor solo una vez por año.. yo? lo festejo cada dia de mi vida!!!

Oggi è San Valentino, la festa commerciale dell’amore… Commerciale perchè l’amore è quotidiano, e non solo può darlo una coppia, l’amore della coppia è parte dell’amore della vita…. Ma succede che è necessario muovere l’economia e far si che noi consumiamo, senza renderci conto che la festa dell’amore e degli innamorati dovrebbe essere tutti i giorni.
é bellissimo sentire l’amore, personalmente mi sento molto felice perchè mi sento sempre circondata d’amore e non è da poco, peccato ci siano persone che festeggiano l’amore solo una volta all’anno… Io? Lo celebro ogni giorno della mia vita!

Buon 2010, buon inizio decada… forse pensare un attimo con Borges è importante prima di partire…

Buen 2010, buen inicio de decenio, quizas pararse a pensar un momento con Borges sea importante antes de partir…

Mis mejores deseos para todos

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.

Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di
dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di
calendario.



Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.



Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!


Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista,
assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita
carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.


Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia
sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non
avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di
passaggio.


Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la
vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il
progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle
vostre scalate.


Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove
deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi
occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie,
finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della
spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce
di una vita soppressa.


Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di
tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni,
rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti
allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete
mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime
segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.


Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla
vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano
di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si
consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si
militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio
della fame.


I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano
nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire
che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli
ultimi.



Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.



Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.



Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.


I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge
”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza
delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.



E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.



Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.



Tonino Bello

Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione
che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l’uso sociale dei
beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze
politiche, che votarono all’unanimità le legge 109/96. Si coronava,
così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con
la propria vita l’impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate
illegalmente.

Oggi quell ‘impegno rischia di essere tradito. Un
emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti,
prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare
entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità
delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si
farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e
che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con
la violenza, il sangue, i soprusi, fino all’intervento dello Stato.

La
vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si
arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo
riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni
nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al
lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, avrà un effetto
dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.

Per
queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di
ritirare l’emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Si
rafforzi, piuttosto, l’azione di chi indaga per individuare le
ricchezze dei clan. S’introducano norme che facilitano il riutilizzo
sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che
stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate
innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di
giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non
vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto
di un’Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero
tutti "cosa nostra"

don Luigi Ciotti
presidente di Libera e Gruppo Abele

FIRMATE!!!

Hubo un tiempo en que nos fijábamos en las hojas secas

en el muro de ceniza y en la noche descalza

y en la luna pálida de tantas destrucciones

y así apostábamos a la melancolía

inconscientes de que ése no era aún nuestro percance

faltaban temporadas de sistemática pobreza

laberintos privados y tristezas de medio pelo

el calvario era ajeno y quedaba lejos

el tamaño de la pena era tan módico como el deleite

nuestros dientes de hambre y nuestras lenguas en celo

funcionaban sin prisa pero funcionaban

las primaveras se nos iban de entre las manos

mirábamos el horizonte sin saber qué pedirle

el crepúsculo se henchía de gallos azules

y el aire era enigmático como un viejo sabiondo

pero una madrugada forzaron las puertas

nos allanaron el desván y la memoria

decidieron por nosotros en mitad de la duda

nos quitaron los fantasmas y los papeles

levantaron un cepo de palabras

y un corral de miedo donde abandonarnos

nos suspendieron el derecho a la tibieza

borraron los presagios con el odio

nos despojaron de la lluvia verde

y del silencio gratis y del amor cribado

nos cortaron en dos con un hacha de invierno

de ese modo tan turbio nos fue revelado

que en realidad no habíamos trajinado por el tedio

sino que éramos inadvertidamente felices

no esplendorosa sino pasablemente ávidos

de amparos lechos soledades perdones

de ese modo tan impropio nos fue dicho

que cualquier otro quebranto era menos que este azote

y tuvieron que aparecer túneles y máscaras y

trampas para que echáramos de menos el letargo cotidiano

las venas de los árboles el caballo a contraluz

¿habremos aprendido el catecismo del rencor

o la rabia se nos irá cayendo como escamas?

¿recordaremos siempre no olvidar o las franjas de inquina se nos irán pudriendo?

¿almacenaremos para nunca los aborrecimientos

y los sacaremos de la troya a perdonazos?

es claro que ni el rayo ni el rocío tienen prisa

desahucios y bienvenidas esperan su turno

por algo estamos listos para empezar desde cero

y nadie se arrodilla sobre los pámpanos caídos

vamos a merecer cada centímetro de augurio

vamos a abrir caminos a los sobrevivientes

sin guirnaldas pero con respuestas

flamantes y accesibles

vamos a reponer lo mucho que perdimos

vamos a aprovechar lo poco que nos queda.

Vivir despeinada…

¡Que frase tan cierta! Todos deberíamos atender esta frase con intensidad, sin poses,
disfrutando cada momento, cada experiencia, cada afecto. Sin duda,
seríamos más felices. Hoy he aprendido que hay que dejar que la
vida te despeine.

"Instrucciones para ser mujer en el siglo XXI",
y me gustaría compartirla con ustedes:

El mundo esta loco. Definitivamente loco.
Lo rico, engorda.
Lo lindo sale caro.
El sol que ilumina tu rostro, arruga.
Y lo realmente bueno de esta vida, despeina.
¿Hacer el amor? Despeina.
¿Reírte a carcajadas? Despeina.
Viajar, volar, correr, meterte en el mar, quitarte la camiceta,
despeina.
Bailar hasta que dudes si fue buena idea ponerte tacones altos esa
noche, te deja el pelo irreconocible.
La primera vez que vimos a nuestros hijos, estabamos, con una bata celeste y
el pelo revuelto. Sin embargo, no pordas negar, que fue el
momento más feliz de tu vida. O lo sera en caso que aun no tengas hijos.
Es ley de vida: siempre va a estar más despeinada la mujer que
elija ir en el primer carrito de la montaña rusa, que la que elija
no subirse.
Puede ser, que te veas tentada a ser una mujer impecable, peinada y planchadita por
dentro y por fuera.
El aviso clasificado de este mundo exige buena presencia.
Péinate, ponte, sécate el cabello, cómprate, corre, adelgaza, come
sano, adopta un perrito, y tú, sigues las instrucciones hasta que
un día te miras al espejo, dejas el perrito en el parque y dices:
OK, todo muy lindo pero ¿cuándo me van a dar la orden de volver a
ser feliz?
Ese día te vas a dar cuenta que para lucir linda, te tienes que
sentir linda, y ser la persona mas linda que puedas ser!

Lo único que importa es que al mirarte, veas a la persona más
linda que puedas ser.
Aquí va mi humilde recomendación: "Baila, enamórate, relájate,
viaja, salta, acuéstate tarde, levántate temprano, ponte linda,
ponte cómoda y, sobre todo, deja que la vida te
despeine.
Lo peor que puede pasarte es que, sonriendo frente al espejo, te
tengas que volver a peinar!".
Porque el mundo es Hermoso. ¡Definitivamente Hermoso!

Saboreo cada acto. Antes cuidaba que los demás no hablaran
mal de mí, entonces me portaba como los demás querían y mi conciencia
me censuraba. Menos mal que a pesar de mi esforzada buena educación
siempre había alguien  difamándome. ¡Cuánto agradezco a esa gente que
me enseñó que la vida no es un escenario! Desde entonces me atreví a
ser como soy!

He viajado por todo el mundo, tengo amigos de todas las
religiones; conozco gente extraña: vegetarianos que devoran al prójimo
con su intolerancia,  personas que caminan con un cartel que dicen: “Yo
se más que tu”; médicos que están peor que sus pacientes, gente
millonaria pero infeliz, seres que se pasan el día quejándose, que se
reúnen los domingos para quejarse por turnos, gente que ha hecho de la
estupidez su manera de vivir.

El árbol anciano me enseñó que todos somos lo mismo.

La montaña es mi punto de referencia: ser invulnerable, que
cada uno diga lo que quiera, yo sigo caminando indetenible, soy
guerrero: mi espada es el amor, mi escudo el humor, mi hogar la
coherencia, mi texto la libertad, y si mi felicidad resulta
insoportable, discúlpenme, no hice de la cordura mi opción, prefiero la
imaginación a lo indio, es decir inocencia incluida. Quizás solamente
teníamos que ser humanos.

El que tu no veas los átomos, no significa que no existan.
Por eso es muy importante que sea el Amor lo único que inspire tus
actos. Sin Amor nada tiene sentido, sin Amor estamos perdidos, sin Amor
corremos el riesgo de  estar de nuevo transitando de espaldas a la luz.

En realidad, sólo hablo para recordarte la importancia del
silencio. Anhelo que descubras el mensaje que se encuentra detrás de
las palabras; no soy un sabio, sólo un enamorado de la vida.

El silencio es la clave, la simplicidad es la puerta que
deja fuera a los imbéciles. La educación oficial te prepara para que
seas tu propia interferencia. Es interesante ver cómo los programas
educativos eligen cuidadosamente todo lo esencial para descartarlo;
así, no se enseña a vivir ni a morir, a amar ni a reír. La gente feliz
no es rentable, con lucidez no hay necesidades innecesarias.

No es suficiente querer despertar, sino despertar. La mejor
forma de despertar es hacerlo sin preocuparse porque nuestros actos
incomoden a quienes duermen al lado. Recuerda que el deseo de hacerlo
bien será un interferencia; es más importante amar lo que hacemos y
disfrutar de todo el trayecto; la meta no existe, el camino y la meta
son lo mismo, no tenemos que correr hacia ninguna parte, sólo saber dar
cada paso plenamente.

No, no te resistas, ríndete a la vida, quien acepta lo que
es y se habilita para hacer lo que puede, entonces se encarnan las
utopías y lo imposible se pone a disposición. La mejor manera de ser
feliz es: “ser feliz”; reconstruye tu raíz y saborea la vida; somos
como peces de mares profundos, si salimos a la superficie reventamos.
La frivolidad y la intrascendencia condenan la vida a la muerte. Cuando
somos más grandes que lo que hacemos, nada puede desequilibrarnos, pero
cuando permitimos que las cosas sean más grandes que nosotros, nuestro
desequilibrio está garantizado.

El corazón está en emergencia por falta de amor, hay que
volver a conquistar la vida, enamorarnos otra vez de ella; nuestro
potencial interior aflora espontáneamente cuando nos dejamos en paz.
Quizá sólo seamos agua fluyendo; el camino nos lo tenemos que hacer
nosotros, mas no permitas que el cauce esclavice al río, no sea que en
vez de un camino tengas una cárcel.

La infelicidad no es un problema técnico, es el resultado de haber tomado el camino equivocado.

Amo mi locura que me vacuna contra la estupidez, amo el amor
que me inmuniza ante la infelicidad que pulula por doquier, infectando
almas y atrofiando corazones. El amor es, a nivel sutil, la esencia de
nuestra instancia inmunológica. Sin amor, el síndrome de
inmunodeficiencia será adquirido inevitablemente y ello es mortal.

Desde mi corazón indígena sospecho que ser infeliz es una
evasión. ¿Cuán fácil es hacer tonterías en este mundo moderno! Sospecho
que el hombre empezó a equivocarse hace mucho tiempo, es decir que ya
es tiempo de rectificar la marcha, y reorientando el paso, retomar la
sagrada senda del sol. No es posible llegar a nuestro sitio sin
trascender el egoísmo; no es posible acceder a la vida plena sin
haberse purgado previamente de miedos y temores. La gente está tan
acostumbrada a complicarse, que rechaza de antemano la simplicidad; la
gente está tan acostumbrada a ser infeliz, que la sensación de
felicidad les resulta sospechosa; la gente está tan reprimida, que la
espontánea ternura le incomoda y el amor le inspira desconfianza.
Hay cosas que son muy razonables y… apestan. Ya no podemos perder el
tiempo en seguir aprendiendo técnicas espirituales cuando aún estamos
vacíos de amor.

Un día permitimos que nos esclavizaran y ni siquiera existe.
El amo resultó ser un fantasma manejado a control remoto por quienes
nos precisan domésticos.

Quienes no están preparados para escuchar tienen la recompensa de no enterarse de nada.

Disfruta de lo que tienes, recibe lo que venga, crea e
inventa lo que necesites, haz solo lo que puedas, y fundamentalmente
celebra lo que tengas.

La vida es un canto a la belleza, una convocatoria a la
transparencia, cuando esto lo descubras desde la vivencia, el viento
volverá a ser tu amigo, el árbol se tornará en maestro y el amanecer en
ritual, la noche se vestirá de colores, las estrellas hablarán el
idioma del corazón y el espíritu de la tierra reposará otra vez
tranquilo.

No importa lo que digan de ti… Lo que los demás esperan de
ti pueden convertirte en una cárcel; digan lo que digan de mí yo soy el
que soy.

Como pajaros en el aire – Peteco Carabajal

Las
manos de mi madre
son como pájaros en el aire
historias de cocina
entre sus alas heridas
de hambre.

Las
manos de mi madre
saben que ocurre
por las mañanas
cuando amasa la vida
hornos de barro
pan de esperanza.

Las
manos de mi madre
llegan al patio desde temprano
todo se vuelve fiesta
cuando ellas vuelan
junto a otros pájaros
junto a los pájaros
que aman la vida
y la construyen con el trabajo
arde la leña, harina y barro
lo cotidiano
se vuelve mágico.

Las
manos de mi madre
me representan un cielo abierto
y un recuerdo añorado
trapos calientes en los inviernos.

Ellas
se brindan cálidas
nobles, sinceras, limpias de todo
¿cómo serán las manos
del que las mueve
gracias al odio?

Cancion por Cuti y Roberto Carabajal


  • Nessuno.
  • Maria de los Angeles: Y yo sigo admirando mi rosa.... que me esta domesticando...
  • Maria de los Angeles: extraido de http://www3.sympatico.ca/gaston.ringuelet/lepetitprince/capitulo21.html
  • Maria de los Angeles: Hola!!!!! si que me acuerdo!!!! como estas? tantisimo tiempo..... me alegra que estemos de nuevo en contacto.... un abrazo enorme y nos encontramos...